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ARTICOLI

Uganda, scuole sempre più in crisi

5 bambini su 10 non sanno leggere, strutture fatiscenti, insegnanti non supportati, corruzione e violenze.

di Fulvio Beltrami

www.lindro.it

15 giugno 2015

Kampala – Solo il 50% degli alunni che frequentano le scuole elementari ugandesi riescono a leggere e a risolvere problemi algebrici, secondo uno studio condotto nel 2014 dalla associazione Uwezo presso le scuole elementari di 28 distretti che ha coinvolto 28.147 alunni e solo ora reso pubblico. L'abbandono scolastico e l'assenza di educazione si aggirano su percentuali che variano dal 27% nel distretto di Moroto al 61% nel distretto di Kotido, riflettendo lo sviluppo disomogeneo delle varie regioni del Paese. “La situazione è preoccupante. In molti casi l'apprendimento dell'alunno non corrisponde ai livelli attesi rispetto alla classe che frequenta” racconta Goretti Nakabugo, direttrice di Uwezo. Tale disastrosa situazione si registra negli istituti scolastici pubblici mentre migliora in quelli privati. Uwezo è il più prestigioso e indipendente istituto ugandese di indagini e statistiche scolastiche fondato nel 2009 e operativo in Uganda, Kenya e Tanzania. Ogni anno Uwezo produce rapporti indipendenti commissionati dai rispettivi governi sulla situazione scolastica nazionale.

 

Il rapporto ha creato uno choc nazionale e un terremoto all'interno del governo e dell'Amministrazione della Pubblica Educazione. Il Presidente Yoweri Kaguta Museveni da 19 anni ha fatto dei programmi educativi una priorità nazionale al fine di dotare l'Uganda di una forza lavoro professionale e preparata alle sfide tecnologiche del futuro. La realtà descritta dal rapporto mostra che la scuola pubblica sta sfornando generazioni di semianalfabeti.

 

Nel 1997 il governo di Museveni varò il Universal Primary Education Program – UPE (programma di educazione primaria universale) con l’obiettivo di assicurare il diritto all'educazione a tutti i cittadini. Ingenti investimenti sono stati stanziati per assicurare la gratuità delle scuole per i primi quattro figli di ogni famiglia ugandese. Il successo iniziale del programma, sottolineato anche da un rapporto dell'UNICEF, era diventato il fiore all'occhiello del National Revolutionary Mouvement – NRM, il partito al potere da 29 anni. La scolarizzazione gratuita prevista dal UPE includeva orfani e bambini disabili, categorie precedentemente escluse dal sistema scolastico. Nel 2000 il numero di bambini che accedevano alle scuole elementari aveva conosciuto un aumento senza precedenti: dai 2,5 milioni nel 1997 ai 6,5 milioni nel 2000. In alcune parti del Paese quali le regioni centrali la risposta al programma fu talmente alta che si registrò una carenza di infrastrutture scolastiche che il governo si impegnò a colmare.

 

Il programma sottopose il governo ad un enorme sforzo finanziario. Le spese per l'educazione aumentarono del 70%  giungendo nel 1998 una media annua di 136 miliardi di scellini ugandesi (38,8 milioni di euro). Nel 1999 fu approvato un finanziamento speciale di 6,2 miliardi di scellini (1,7 milioni di euro) per la costruzione di scuole elementari in distretti remoti quali Kabarole, Bugiri, Pallisa, Kiboga, Arua, Moyo, Nebbi e Adjumani.  Altri finanziamenti speciali servirono per costruire 850 politecnici con l'obiettivo di offrire training professionale agli studenti dopo le scuole medie. Il programma UPE era un orgoglio nazionale in quanto interrompeva l'assistenza umanitaria occidentale nel settore educativo per prendersi il carico di tale onere sociale.

 

I successi riscontrati dal programma spinsero il presidente Museveni a stanziare maggiori fondi per l'educazione e garantirla a tutti i bambini ugandesi. La Universal Primary Education dimostrò di essere un ottimo programma per ridurre la povertà, aumentare le opportunità di impiego e combattere le diseguaglianze sociali e regionali creando una educazione economicamente accessibile per la maggioranza dei cittadini. Il Presidente impose tre obiettivi: accessibilità, pari opportunità educative ed efficienza. Nel 2010 il 90,87% dei bambini avevano l'accesso all'educazione gratuita, secondo i dati riportati dalla Banca Mondiale.

 

Purtroppo la scolarizzazione di massa non è stata accompagnata da una riforma strutturale del sistema educativo nazionale. Nella necessità di assumere nuovi insegnanti il Ministero dell'Educazione non pose sufficiente attenzione alla loro preparazione e non rafforzò il curriculum universitario della formazione dei neo laureati maestri. Si preferì dare priorità alla costruzione delle infrastrutture rispetto a garantire adeguati salari agli insegnanti creando fenomeni di assenteismo e abbandono della scuola pubblica per rivolgersi verso il settore privato. Il malcontento degli insegnanti nel 2011 iniziò a creare un degrado sulle performance scolastiche tale da costringere molti genitori a ritirare i loro figli dalle scuole pubbliche per iscriverli a quelle private. L'attuale proporzione tra maestri e alunni è bel lontana agli standard regionali, creando classi sovraffollate di alunni che seguono lezioni di giovani maestri non adeguatamente preparati. Le richieste sindacali avanzate dagli insegnanti di aumentare i salari e provvedere a benefit quali l'alloggio e il trasporto sono state fino ad ora sistematicamente ignorate aumentando cosi l'emorragia del corpo insegnante delle scuole pubbliche a tutto vantaggio delle scuole private che progressivamente hanno assorbito i migliori maestri provenienti dal settore pubblico.

 

La corsa al mattone creata dalla improvvisa ed entusiastica costruzione di nuove scuole ha lasciato ampio spazio a corruzione e all'utilizzo di materiali edili sotto gli standard. In pochi anni le nuove infrastrutture si sono trasformate in edifici fatiscenti. Alcuni edifici sono addirittura pericolosi, costringendo insegnanti a fare lezione sotto gli alberi come succede nei distretti di Kabale, Kasese e Arua. Una indagine governativa del 2016 presso alcuni distretti selezionati rivela un quadro desolante. Alcune classi sono state trasformate in abitazioni per gli insegnanti. Molti servizi igenici sono inutilizzabili a causa dei materiali idraulici di bassa qualità utilizzati, costringendo studenti e studentesse a condividere i pochi servizi igenici ancora in condizioni accettabili. La corruzione amministrativa ha privato varie scuole di quaderni, uniformi, materiale didattico, persino banchi, sedie e lavagne.

 

La situazione non è migliore presso il settore privato. Le amministrazioni pubbliche e il Ministero dell'Educazione hanno concesso troppe licenze ‘facili’ senza verificare la capacità professionale e la serietà delle ditte che gestiscono gli istituti privati. Dagli asili nidi alle medie superiori vi sono molte scuole private non adeguate sotto il punto di vista educativo che non rispettano la corretta applicazione del Curriculum Nazionale in quanto esclusivamente orientate verso il profitto che impone tagli sugli stipendi (e quindi sulla qualità) degli insegnanti.

 

Solo alcuni istituti privati si salvano, tra essi l'Aga Khan School Complex che riunisce asilo, elementari, medie e superiori. Purtroppo questi istituti, (per la maggioranza fondati vent'anni fa) sono rivolti alla élite ugandese contribuendo all'aumento delle disuguaglianze sociali e trasformando il diritto all'educazione in un privilegio associato alle possibilità economiche della famiglia. Le scuole private cattoliche hanno, fino al 2012, svolto un ruolo di contenimento al dramma sociale. Purtroppo anch'esse non sono state risparmiate dalla degenerazione del sistema educativo ugandese. Dal 2013 si sono registrati numerose violenze sessuali compiute dagli insegnanti su allievi e allieve all'interno degli istituti scolastici e dei collegi cattolici. L'inerzia giudiziaria garantita dal governo per rispettare gli utili accordi con la Chiesa Cattolica hanno aumentato la diffidenza dei genitori ad iscrivere i propri figli presso le scuole cattoliche. ....

 

Il rapporto Uwezo evidenzia la necessità di una profonda riforma scolastica. Una necessità vitale visto che le politiche per i prossimi dieci anni sono orientate a trasformare l'Uganda in un Paese del Primo Mondo con redditto pro capite equiparabile ai Paesi dell'est Europa. Lo sviluppo economico senza lavoratori istruiti non può reggere nelle moderne economie nazionali. Un dato di fatto ben compreso dal Rwanda dove nelle scuole elementari di sperduti paesini il materiale didattico è composto da computer portatili, tablet e connessione internet e dove gli insegnanti sono continuamente sottoposti a corsi di aggiornamento internazionali.

 

La necessaria riforma scolastica sarà probabilmente ritardata fino al 2021 e affidata al delfino e futuro presidente, il Generale Muhoozi, figlio di Museveni. Il Padre della Nazione in questo mandato (forse l'ultimo) sarà troppo preoccupato a mantenere il potere e preparare la successione ereditaria per concentrarsi sull'educazione. Non devono trarre in inganno i 2 triliardi di scellini ugandesi (57 milioni di euro) stanziati per l'educazione nel budget 2015-2016. L’ingente finanziamento comprende anche aumenti previsti per gli insegnanti. Rimangono aperti punti critici: la loro preparazione professionale e la fatiscenza delle infrastrutture, per la maggior parte costruite meno di cinque anni fa.

 

Migliorare l'Educazione Pubblica è possibile e facile. L'Uganda possiede consistenti riserve finanziarie... Non essendo le finanze l'ostacolo maggiore rimane la mentalità anarchica degli ugandesi. Una mentalità dove prevale il furbetto di quartiere. Solo istituzioni forti e di diritto come in Rwanda possono imporre una Educazione di ottimo livello rendendo la corruzione un reato perseguito e non una trovata geniale dell'immancabile furbetto di quartiere.

 

Il miglioramento dell'assistenza sociale, educazione e sanità pubblica rappresenterebbe un ottimo biglietto da visita per il Generale Muhoozi al fine di rafforzare la sua popolarità. Il tutto sarà reso possibile solo se Muhoozi accederà alla Presidenza in una posizione talmente forte da poter contrastare gli interessi di cartello e le mafie createsi all'interno del NRM e dell'esercito UPDF. Sono questi cartelli e mafie che in questo momento si arricchiscono ai danni della salute e dell'educazione dei cittadini.

DEBORAH RICCIU

ESPANDERE ORIZZONTI

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